sabato 30 luglio 2011

PENSARE POSITIVO AIUTA 1




Caro lettore/lettrice,

ognuno di noi ha il suo modo di reagire agli ostacoli e alle avversità che prima o poi inevitabilmente la vita ci pone davanti, tuttavia gli studi psicologici delineano due atteggiamenti fondamentali: pessimismo e ottimismo.

Qual è la reazione più utile per noi? L’essere pessimisti o ottimisti è qualcosa che fa parte del nostro patrimonio genetico o è stato appreso?

Per rispondere a queste domande ci accostiamo agli studi di un noto psicologo americano: Martin Seligman, il padre della psicologia positiva. Nel 1965, quando era appassionato studente di psicologia sperimentale alla University of Pensylvania, fece un’esperimento che passò alla storia.
Utilizzando dei cani da laboratorio, questi vennero divisi e sollecitati in modo diverso:
-       un primo gruppo veniva sottoposto a una scossa evitabile: potevano interromperla premendo un pannello con il naso;
-       un secondo gruppo veniva sottoposto a una scossa inevitabile: nessuna loro azione poteva interrompere la scossa;
-       il terzo gruppo non veniva sottoposto a nessuna scossa.

Completata questa fase iniziale dell’esperimento, i cani vennero portati in un box con due comparti, per sfuggire alla scossa, dovevano semplicemente saltare la bassa barriera e andare nell’altro comparto. I cani del primo gruppo, che avevano imparato che potevano controllare la scossa, in pochi secondi saltarono la barriera; i cani del terzo gruppo che non avevano ricevuto nessuna scossa anche loro dopo poco tempo saltarono la barriera.
I cani del secondo gruppo invece, che avevano imparato l’inutilità delle loro azioni, si sdraiarono nel box subendo passivamente la scossa, senza fare alcun tentativo per evitarla. L’esperimento, che diede le basi allo studio dell’impotenza appresa, suscitò molto clamore nel mondo accademico, anche dubbi e perplessità, fino a quando, nel 1971, il ricercatore Donald Hiroto, studente della Oregon State University, ripropose un’esperimento analogo, questa volta su persone umane, e il risultato fu il medesimo*.

Qual è il modo in cui reagiamo alle difficoltà, agli ostacoli della vita? Rimaniamo passivi,  vedendole insormontabili, senza nessuna possibilità di successo? Non vediamo soluzioni? Pensiamo che sarà sempre così? Che tutta la nostra vita non funziona? Che se le cose non funzionano è colpa nostra? In questo caso stiamo reagendo con un dialogo interno pessimista, ed è probabile che questo modo di reagire l’abbiamo appreso, non siamo nati così!!!

Martin Seligman ha dedicato 25 anni di studi su questo tema, scoprendo attraverso le proprie ricerche che un numero molto ampio di persone è pessimista e un numero altrettanto ampio ha tendenze al pessimismo. La maggior parte di essi non ne è consapevole, pensano sia normale essere così.

Vale la pena domandarci se anche noi, in qualche modo, abbiamo tendenze pessimistiche, e capendo l’importanza dell’argomento, che cosa possiamo fare per cambiare questo atteggiamento. Come possiamo scoprirlo?

I pessimisti, nel modo in cui si spiegano gli eventi negativi, commettono tre errori, le famose tre P.

Personale: i pessimisti sono abituati ad autoaccusarsi di essere la causa dei loro problemi, è tutta colpa loro, anche quando questi accadono semplicemente per circostanze esterne, indipendenti da loro.

Permanente: i pessimisti tendono a immaginare che quello che di negativo sta accadendo durerà per molto tempo, e si rifiutano di prendere in considerazione elementi che suggeriscano il contrario. Va male, è sempre stato così, sarà sempre così. Questo atteggiamento mina alla base una qualità fondamentale da sviluppare per la nostra serenità interiore: la speranza.

Pervasiva: i pessimisti tendono a esagerare i problemi che stanno affrontando e ad autoconvincersi che questo avrà effetto su tutti gli ambiti della loro vita, smettendo di vedere le situazioni che invece stanno continuando a funzionare.


Quali sono quindi le conseguenze di un’atteggiamento pessimista?

-       si tende a credere che gli eventi negativi durino molto tempo, siano insormontabili, che tutti gli ambiti della nostra vita ne saranno influenzati e che sia colpa nostra;
-       si rende meno delle proprie capacità o talenti negli esami, nel campo professionale e nel campo sportivo;
-       si tende a “rimuginare” molto sugli eventi negativi del passato, sui propri errori, perpetuando le emozioni negative vissute;
-       si tende ad avere più difficoltà nelle relazioni, sia amichevoli che affettive (nessuno ama stare con le persone che vedono tutto nero)
-       spesso ci si sente in colpa, anche in situazioni che non dipendono da noi;
-       si ha d’abitudine un umore  e dei pensieri negativi, soprattutto al mattino appena alzati;
-       si hanno meno energie e ci si ammala più facilmente e più gravemente;
-       di fronte al fallimento di una propria iniziativa, si getta la spugna e non si riprova, perdendo la speranza della possibilità  di un risultato diverso;
-       di fronte ai momenti dolorosi della vita, si alimentano i sintomi dell’impotenza appresa e si cade più facilmente in depressione, anzi, secondo gli studi di Seligman è proprio l’atteggiamento interiore pessimista la causa principale degli stati depressivi.

Come fare per accorgerti se stai entrando nel pessimismo?

-  lo riconosci quando in ciò che pensi e ciò che dici inizi a : preoccuparti, lamentarti, commiserare e criticare;

In sintesi, il pessimismo è la miglior ricetta per l’infelicità!!!

Quali sono invece i pensieri e gli atteggiamenti degli ottimisti? Quali i vantaggi? Come imparare a diventare ottimisti? Approfondiremo tutto questo nel prossimo articolo.


“Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità:
un’ottimista vede l’opportunità in ogni difficoltà” (Winston Churchill)

“Se un bambino si arrendesse alla prima caduta,
non imparerebbe mai a camminare” (Louise Hay)

PENSARE POSITIVO AIUTA 2



Carissimo lettore-lettrice,

negli Stati Uniti, grazie a Martin Seligman e altri studiosi nel campo psicologico, dal 1970 in poi sono stati fatti molto studi sugli effetti dell’ottimismo sulle persone, nelle organizzazioni, nelle aziende e sulle elezioni politiche, e cerco di sintetizzarvi che cosa è emerso:

-       le persone ottimiste hanno più energia a disposizione, tendono a sviluppare i loro talenti e capacità innate, si riprendono più velocemente dai fallimenti e sanno trovare soluzioni creative ai problemi che incontrano;

-       le persone ottimiste, a parità di capacità e competenze, raggiungono risultati migliori e guadagnano di più nella loro professione;

-       le persone ottimiste hanno più autostima, più fiducia in se stessi, negli altri, nella vita e nel futuro;

-      - le persone ottimiste si ammalano meno, raramente soffrono di disturbi psicologici quali la depressione, si riprendono più velocemente da degenze ospedaliere e interventi chirurgici e vivono più a lungo;

-       - negli addetti alle vendite delle assicurazioni sulla vita, che ricevono 9 volte su 10 un rifiuto da parte della persona contattata, gli agenti ottimisti vendono l’88% in più dei colleghi pessimisti

-     -  nel campo sportivo, gli atleti e le squadre professioniste di baseball e basket analizzate hanno rivelato che le vincenti erano più ottimiste, e che questo contava più della bravura degli atleti in campo;

-     -  in tutte le elezioni presidenziali americane (eccetto una) è diventato presidente il candidato con la campagna elettorale  più ottimista.

-       Infine, le persone che nella storia hanno perseguito e realizzato grandi sogni, che non si sono mai arrese di fronte alle avversità e difficoltà, avevano un atteggiamento fortemente ottimista.

Cosa si dicono gli ottimisti di fronte ai fallimenti e alle avversità?

Il loro dialogo interno è esattamente l’opposto dei pessimisti.


- Il pessimista pensa che è lui il responsabile degli avvenimenti negativi (personalizzazione), l’ottimista invece che attribuisce l’insuccesso a cause esterne, che non hanno dipeso da lui;

- Il pessimista pensa che l’avversità durerà molto tempo (permanenza), l’ottimista invece che è temporanea, e che presto andrà tutto meglio;

- il pessimista pensa che il fallimento in un’area della propria vita influenzerà tutti gli ambiti della sua vita (pervasività), mentre per l’ottimista l’avvenimento è circoscritto a quell’ambito, per il resto la vita continua a funzionare benone.

Una cosa interessante dell’ottimista è che applica le 3 P invece agli eventi positivi e ai successi raggiunti:

- è tutto merito suo, andrà sempre così o meglio ancora, la sua vita è un successo in tutti gli ambiti!

Come state capendo, la differenza quindi non sta in ciò che ci accade, ma in ciò che ci diciamo rispetto agli eventi, al significato che gli diamo e a cosa immaginiamo per il futuro.


Cosa fare per diventare più ottimisti?

-       ogni mattina ringrazia per tutto ciò che già vivi e sperimenti nella tua vita;
-       ogni giorno, alla sera, elenca 10 cose accadute nella giornata per cui puoi apprezzare te e l’Universo per la sua amorevole generosità;
-       sopprimi i pensieri negativi che portano al pessimismo sul nascere, e lo riconosci quando il tuo dialogo interno inizia a: preoccuparsi, lamentarsi, commiserare e criticare;
-       scegli alcune affermazioni positive, da ripeterti spesso e che riguardano gli ambiti della tua vita e gli obiettivi da raggiungere, così che la tua mente registri la possibilità di realizzazione;
-       di fronte alle avversità, osserva che cosa ti dici, e se emergono le 3 P invece di crederci mettile in discussione, cercando prove a tuo favore,  alternative di interpretazione degli eventi e cercando di fare emergere il lato positivo della vicenda (c’è sempre un lato positivo).
-       coltiva la fiducia e la speranza verso un futuro sempre migliore, sapendo che quando metti in azione le tue risorse, la perseveranza e l’ottimismo, qualsiasi risultato è raggiungibile.
-       Invece di rimuginare agisci, l’azione è il miglior antidoto al pessimismo e alla depressione.
-       coltiva la spiritualità: il miglior antidoto alla paura è creare un sano rapporto con il Divino e percepire che lui ti ama e ti sostiene esattamente come sei e in ogni momento della tua vita: siamo veramente al sicuro!!!

Un abbraccio. Stefano